30 marzo 2011

almeno non ho le mani occupate

un giorno e mezzo di virus.
direi che è bene approfittarsene.
non ho le mani impegnate... dunque si scrive....

e scrive scrive scrive tutto quanto e nn si sbaglia mai... con la precisione del poeta che non sbaglia mai...

vabbeh... :)

alura... come vedete dai vostri molteplici schermi e vita, c'è stato un sommovimento nel web di scossa tellurica pari a quella del mio bagno dalle mille bolle blu in questo giorno e mezzo di virus (la prossima estate faremo meglio del Giappone... ci stiamo attrezzando... un pò di radioattività e sforzi bellici aiutano ma non abbastanza)

c'è vita. la dama è viva. striscia con voi nell'insopportabile vita. spazi e stimoli nuovi. saliva e assoli... (quanto mi piace dirlo)... qualcosa che possa nutrire e come sempre curare... peridon a parte...

c'è il blog. si lo so autoreferenzialità a manetta. ho rotto i coglioni lo so. sbavo per i link e allora?

ok dopo questo smetto..... :(

nuove date in arrivo... nuove cover... estate bollente sudaticcia e alcolica in arrivo (si spera). ci sono i pezzi da ascoltare le foto da vedere e le date in continuo aggiornamento. notare lo sforzo (anti-bellico).

poi c'è ZeroTrenta 2011 VIVA!
le cose si muovono in fretta. ARCI, Provincia, Centro Documentazione Donna, i Pennuti ad Argenta, Simon ed io siamo sempre più entusiasti. e le serata e le presentazioni e i circoli ferraresi il nostro pubblico argentano (no, non è una battuta... per una volta, cazzo!), l'università, ArgentaTV, la Fiera, il bel sole di quasi Aprile... la grafica e la pubblicità e la foto per la locandina... i uips... iniziamo a visualizzare in testa quello che sarà... e ci piace... spero piaccia anche a voi.

lanciamo una nuova sezione a tema. quest'anno il tema sarà La donna nella società italiana contemporanea

sticazzi... ho i brividi solo a pensare a cosa salterà fuori...

insomma... vai di altro video e vi saluto! alla prox

ah sarò un pò qui un pò sul blog della dama... il mio ego nn s'è mai goduto tanto :D



...you let me do this to you....

questo è l'indirizzo nuovo

al quale puoi
se vuoi
spedire le tue labbra usate

14 marzo 2011

la dedica


è tutto inutile stanotte, già le quattro e non ti trovo
chi dorme è pazzo - scemo chi canta - cala il sipario...
verso casa, la stessa cera... 
ricordi chiusi a chiave tra le crepe del parquet
pure morning, day’s dawning... 
e la tua noia sale a sbuffi col caffè

interdetta, lasciata sola... presto o tardi farai da sposa
un sogno fisso in testa poi quell’urgente bisogno di una tinta
fissi una cosa che era vera e invece ora... 
fissi una cosa ma rivuoi chi eri prima...  
le nostre foto, io e te in cornice, 
le parole, l'inchiostro, la dedica.. l’etichetta made in cina

il vetro è ancora lucido: mi specchio ancora un po’
sapendoti contraria a tutto quel che ho
al sapore che ha sempre il ritorno 
alle ali che non hai voluto mai
permanente muta imago dal coiffeur
vacca sacra dell(a)moralità italiana

cerco solo di restare vivo... non sarebbe poi così terribile
cercare spazio e stimoli, qualcosa che possa nutrire
cerco solo di restare vivo... 
voglie, paure... e una casa fatta a forma di te

6 marzo 2011

viba

se solo noi lo sopportassimo, giusto un poco di più, sarebbe fatta... nessuno mi toglierà mai dalla testa che il peso è stato tolto a noi. una decisione simile. decidere umanamente parlando, razionalmente... noi, coloro che dicono IO. che lo possono dire. lo possono pensare. lo possono maledire. lo possono adorare. venerdì alle 18.15, vedendo Buck da 4 giorni rifiutare cibo e rifiutare il mondo esterno, l'abbiamo lasciato sul lettino del veterinario. addormentato. 14 anni. non poco. lo ricordo ancora sul mio letto, nella casa della mia infanzia, mentre facevo finta di studiare, che sonnecchiava della grossa. in sottofondo, gli oasis a palla. come facesse a dormire lo stesso, mi è oscuro. evidentemente gli oasis non gli facevano nè caldo nè freddo. sono stati molto dolci questi 14 anni insieme a lui. li ho lasciati tutti su quel lettino venerdì. erano troppi da portarsi dietro sa soli. lui non c'era già più ma continuavo a farli le sfreghe al centro del muso, tra gli occhi e il naso, con la punta delle dita, come mi è sempre piaciuto fare. 43 kili di cane ridotti a 27... ridotti all'osso. era tempo.

passa tutto a questo mondo. passa sempre. resta solo da capire quanto ci strappa via, mentre passa. cosa si prende con sè, senza ridarcelo indietro. anche il finale a sorpresa col curaro nelle vene fa parte di questa vita. anche il nostro finale fa parte di essa. bisognerebbe avere il coraggio di viversela e basta, come tutto il resto. ma ammetto che una volta arrivati lì forse avrei soltanto una fottuta paura anch'io, una fottuta paura di non farcela, a vivermi anche quel momento.

ma tant'è. Buck non c'è più. Buck c'è sempre.

tempo che passa e strappa via le cose. poi ogni tanto il tempo te le porta indietro per un attimo. alle 22 circa di ieri sera, ero al Bronson a Ravenna e i Verdena sono saliti sul palco. dalla prima nota e quel 'scegli me' sbraitato nell'aria piena di gente e braccia alzate talmente lampante e vero da non passare inosservato ho avuto una bellissima sensazione di continuità. è stato come fare una rimpatriata con dei vecchi amici che non vedi da tempo. i Verdena dal vivo, dopo anni che bramavo vederli, sono stati fantastici. ma veri :) ogni cosa che succedeva sul palco la sentivo puntuale, ogni cosa mi coglieva, mi compredeva... e io comprendevo ogni cosa. poi è partita Viba... 12 anni di canzone. 12 anni miei e della maggior parte dei presenti. 12 anni fa c'era. 12 anni dopo c'è ancora. ho capito che i Verdena, per 12 anni della mia vita come quella della maggior parte dei presenti, ci sono sempre stati. col loro personalissimo piglio. sonico e devastante. dolce senza essere retorico, senza dover per forza esserlo. per tutto questo mi vien solo da dire... WOW! :)

scegli me...
così che mi viene.
così che te lo direi.
scegli me...

12 anni
12 minuti di canzone:
il Gulliver.
un pezzetto grosso e oscuro della mia vita.
il 2007: la campana a morto della mia innocenza

perciò... domani l'ultima ondata di gelo di questo fottutissimo-e-troppo-lungo-che-due-palle inverno. poi il sole tornerà a farci starnutire. nel frattempo prepariamo quel sole...

zerotrenta cortofestival a breve (si spera) diventerà associazione culturale. sarà l'occasione per fare qualcosa che serve. sarà l'occasione per fare qualcosa.

la Dama, dopo un febbraio lungo stancante e ricco di tensione elettrica, ha inaugurato la stanza finalmente e giusto il tempo per ambientarsi e trovare un modo per salvarci i timpani riuscirà a fare suo lo spazio eletto alla propria vivida e creativa immaginazione, sonica e non. la canzone con lo slego di filo, ancora senza titolo è un gioiellino, iomisachemuoio, come già si sapeva, è una corsa sul bagnasciuga insieme a lei. e poi nuove cover in arrivo e poi a breve uno spazio web tutto nostro, in cui saranno possibili anche ascolti, e altre parole, e altre immagini.

nuove facce, nuove persone, nuove cose... poi torno a casa chiudo la porta apro il portatile mi metto comodo... e ascolto il silenzio che fa la mia vita in certi momenti. per il momento questa si chiama ancora casa.

e a chi ti chiede quando hai intenzione di metter su casa con una ragazza e fare quei progetti che quasi 30, si è già uomini, occorre pensarci, occore famiglia, sicurezza, arrivare a fine mese, pensare a dei figli poi farne, accompagnarsi, scegliere i colori delle tende, qualche innovazione d'arredo, cose funzionali e non troppo care eh!?, la macchina nuova, il televisore più grande, il pet che ti fa la terapia, il corso di ballo latino che rende la morta vita sessuale delle giovani coppie italiane (quindi tutte quelle che
non fanno scambio di coppia
o non hanno qualche bella e godereccia perversione esibizionista
oppure non sono talmente leggeri da sbattersene le palle
di avere un progetto di qualsiasi sorta che non sia quello di amarsi
sia chiaro)
ancora raggiante e sprizzante sudore, stima, affetto e passione, e la spesa insieme, e il cinemino, e la birra con gli amici, e la sveglia alle otto, e stanotte hai russato, e stasera ho mal di testa....

a chi chiede ho una sola risposta articolata come segue:

una casa ce l'ho già. vorrei trovare finalmente una persona che SIA la mia casa. non sono una persona facile, sono esigente, spesso egoista. ma sono una buona persona se mi ci metto. generoso e dolce, entusiasta... perchè è una gioia girare nudi per casa e passare un sabato e domenica ognuno appiccicato alla pelle dell'altro. è una cosa che adoro. perciò non posso piacere a tutti, e ci mancherebbe altro. perciò lasciami stare e se lo vuoi veramente aprimi la porta, pigliati quel che viene... rischia con me temendo di sbagliare. perchè non sono perfetto, una persona irreprensibile, so essere un pezzo di merda come tutti gli altri se voglio. ne sono capace. le mie qualità non le posso dire. le devi scoprire.

perciò non voglio giudicare nessuno. neanche una delle giovani coppie italiane. per me e per quanto mi riguarda, ho desideri diversi. ti prego scusami, se puoi...

una persona che sia la mia casa... dopodiché, se proprio non se può fare a meno, tesoro, compreremo anche quel cazzo di televisore nuovo. più grande, coi colori così belli che ci bruciano gli occhi, con le rate che ogni mese ci van giù per la schiena come cubetti di ghiaccio...

dopodiché il sollievo arriverà....e forse avrà i tuoi occhi.

non resisti e un pò stai male 
e non parli più 
in fondo c'era poco da dire 
non parlerai più
perfetto il giorno muore 
e non ridi più 
in fondo c'era poco da ridere 
ti troverai nuda


non cresce più poesia


27 febbraio 2011

riforestazione di zone aride

non saremo mai 
altro che questa polvere
questo sole...

e già t‘immagino vestita di un'altra notte
poesie allo specchio 
capelli nella doccia

e fu il vento della sera
fu quell'aria da pioggia coi morti per strada

e il mondo addosso
ed è ogni giorno
un sudore nuovo

a stringerci le vesti


contributo alla 
sacrosanta riforestazione 
di zone aride
come te e me 
chiunque tu sia...
tu, che mi rubi il sole


(di nuovo grazie a Robert C. Sbevazzoni 
che scrisse queste righe.
ora hanno di che essere cantate...