27 settembre 2010

parco del guasto


dici dipende da me, dici che è colpa mia
amara luna, finestra aperta, dici: e così sia...
dici che dipende dal mare, dai sogni, dal ciclo mestruale 
che per te sono solo uno stupido, 
che non do peso a troppe cose 
così mi scivolano meglio addosso
che si contende l'osso con altri cani avari
perchè c'è più convenienza ad essere normali
che alla fine non mi do pena, 
basta andare a cena anche stasera

dici che non tornerai
perchè hai i tuoi piani 
e tutti gli altri cazzi per la testa
come ululare alle cagnette il giorno della festa
e arriverà la pioggia a guastare il sole
arriverà forte, c'è solo da aspettare


che siamo fuori come dei poggioli come gli aquiloni come i calci rotanti e i pannelli solari come gli ombrelloni in mezzo alla tempesta come la notte che scompare nella nebbia dopo una festa come i gazebo e i balconi come i finestrini appannati come i nostri momenti migliori come il sangue cattivo venutoci per amore o per necessità le vene storte e la mia rabbia da bar come le tue gambe dentro le gonne troppo corte come le stalattiti come i marciapiedi come le mie mani quando volevano sentire ancora se c'eri...

dici che verrà quel fottuto giorno

dici la luna ci berrà in un solo colpo
una nuvola nera, una caramella,
come un sogno ancora nella testa
ed io non ci sarò più dentro il nero dei tuoi cieli
arriverà la pioggia a guastare il sole
arriverà forte a guastarti il sapore

dico che è una chiavata venuta male questa vita
che se avessi la chiave 
non scassinerei tutte le volte la stessa serratura
arriverà la pioggia a guastare il sole
arriverà forte, c'è solo da aspettare

1 commento:

  1. Devo dire che non si fatica a riconoscercisi. Molto malinconico, però. Direi quasi triste.

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